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Trento, 24 dicembre 2018
CRITICITÅ NELLA GESTIONE
DELLA CASA CIRCONDARIALE DI SPINI DI GARDOLO

Interrogazione a risposta scritta
presentata da Paolo Ghezzi e Lucia Coppola, consiglieri provinciali di FUTURA2018

Premesso che:

verso le 3 del mattino di sabato 22 dicembre 2018 il detenuto trentaduenne Sabri El Abidi si è tolto la vita impiccandosi alle sbarre della sua cella nel carcere di Spini di Gardolo;

verso le 10 dello stesso giorno è divampata nella casa circondariale una rivolta dei detenuti, circa 200 dei 344 presenti, con incendi appiccati in diversi punti, episodi di violenza contro le cose, forzature di cancelli, manomissione delle videocamere di sorveglianza e altro; e che solo dopo alcune ore, con l’intervento dei vigili del fuoco, della polizia penitenziaria e delle forze dell’ordine, la situazione è tornata alla normalità ma sono stati registrati danni ingenti alla struttura;

il tragico gesto di Sabri El Abidi risulta essere il nono suicidio in otto anni, da quando è stata aperta la casa circondariale di Spini di Gardolo, una frequenza nettamente superiore alla media nazionale;

testimoni e voci interne riferiscono che il livello di tensione all’interno del carcere di Trento, tra la direzione e la polizia penitenziaria e tra gli agenti e i detenuti ha raggiunto livelli di guardia;

il presidente della Provincia, recatosi sul posto nella stessa giornata del 22 dicembre, ha garantito interessamento e interventi rapidi ed efficaci rispetto ai problemi posti dai detenuti e dagli operatori sociali che seguono la vita del carcere;

la garante dei diritti dei detenuti Antonia Menghini ha sottolineato come particolarmente problematiche le seguenti questioni: difficoltà di accesso al lavoro interno e al trattamento rieducativo; educatori in sofferenza a causa di pesanti carenze di organico (solo 3 per oltre 300 detenuti); tempi di risposta troppo lunghi alle domande di trasferimento dei detenuti che vorrebbero avvicinarsi alle famiglie; tempi troppo lunghi per ottenere il permesso di telefonare alle famiglie; il servizio MoneyGram di Poste Italiane (per i detenuti stranieri che vogliono inviare alle famiglie nei Paesi d'origine il denaro guadagnato lavorando in carcere, non è più possibile fare l'operazione attraverso una delega); il disagio psichico che va monitorato.

Ciò premesso,

si interroga il Presidente della Provincia per sapere:

— se condivide l’idea che la pena debba avere, secondo i principi della nostra civiltà giuridica, una funzione socialmente riabilitativa oltre che “retributiva” dei reati commessi;

— che cosa intenda fare la giunta provinciale, per quanto di propria competenza, per ripristinare una situazione di vivibilità nella casa circondariale di Spini di Gardolo;

— che cosa intenda fare la giunta provinciale per alleviare o risolvere i problemi segnalati in premessa;

— se, in particolare, intende promuovere una risoluzione del problema della mancata copertura sanitaria 24 ore su 24 (oggi la presenza sanitaria è garantita dalle 7 alle 21), con attenzione particolare alle problematiche psichiche dei detenuti tossicodipendenti;

— se, in generale, il presidente della Provincia intenda inserire tra le priorità della giunta provinciale, in coordinamento con gli organismi statali competenti, una efficace revisione del sistema di assistenza sociale nel carcere di Trento, per abbassare il rischio che si ripetano gravissimi episodi come i suicidi e la rivolta dei detenuti; e per tutelare i diritti umani e civili delle donne e degli uomini reclusi.

 

      Lucia Coppola

LUCIA COPPOLA

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IL COMUNICATO
STAMPA


Trento,
23 dicembre 2018
PER UN CARCERE
DI TRENTO A MISURA DI PERSONA 
comunicato stampa
del gruppo consiliare provinciale di FUTURA2018
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